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Luogo 7.

Lo Zappel d’erba

La Zona Speciale di Conservazione (ZSC) Canto Alto e Valle del Giongo

A nord del piccolo valico detto Zappel d’erba si apre la boscosa Valle del Giongo, solcata dall’omonimo torrente. Lunga 4 km circa, ha andamento est-ovest e costituisce l’ultima tributaria “montana” in sinistra idrografica del Fiume Brembo.

Oltre che Zona Speciale di Conservazione (ZSC), è una delle aree del Parco Naturale dei Colli di Bergamo e Zona di interesse naturalistico elevato secondo il Piano Territoriale del Parco.

Nonostante sia ubicata in prossimità di un’area ad alta densità di urbanizzazione, è caratterizzata da elevati livelli di diversità ambientale e ha mantenuto un elevato grado di naturalità. Tra gli altri ospita un’ampia gamma di habitat boschivi, dalle facies più mesofile a quelle più termofile, in relazione alle variazioni di esposizione dei versanti e di umidità. La forra e le pareti rocciose, praticamente inaccessibili, sono estremamente importanti per la nidificazione di rapaci diurni.

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Le pareti calcaree ospitano una ricca flora casmofitica afferente al Potentillion caulescentis. Nella forra in corrispondenza di aree stillicidiose sono presenti sorgenti petrificanti con formazione di travertino (Cratoneurion). Di notevole importanza anche le praterie aride in cui si osserva la presenza di numerose specie erbacee di interesse naturalistico fra le quali diverse specie di Orchidacee e Campanulacee (vedi anche Luogo 6, Il Rifugio Canto Alto).

Il sito è importante anche per la presenza e la riproduzione di Bombina variegata, specie rara e localizzata, le cui popolazioni sono al limite occidentale di distribuzione per quanto riguarda il settore meridionale delle Alpi (vedi anche Luogo 2, La pozza della Forcella della Rua). I corsi d’acqua del fondovalle ospitano Austropotamobius pallipes. L’avifauna è legata al mantenimento delle aree agricole e degli ecotoni, utilizzati come aree di caccia da parte dei rapaci diurni (Milvus migrans, Circaetus gallicus e Pernis apivorus) e di Lanius collurio. Quest’ultima si è drasticamente ridotta negli ultimi anni localizzandosi in pochissime località, caratterizzate dall’attività agricola, come analogamente Emberiza hortulana.

I boschi del Parco dei Colli di Bergamo

Secondo il Tiraboschi il toponimo Sapèl, donde il nostro Zappel, è una “calla, callaia”, o anche una “apertura che si fa nelle siepi per poter entrare nei campi[1]. La “callaia”, spiega il Vocabolario Treccani è un “passo, valico, varco”, o anche, per estensione, un “sentiero, viottolo[2]. Dunque il nome dice di un piccolo passo percorso da una stradella, ove forse in passato v’era una radura, un praticello. Uno dei pochi spazi agricoli del lato sinistro della Val di Giongo, che per la favorevole esposizione è da sempre dominato dal bosco. Fa eccezione la dolce e aprica sella di Bruntino, dove le aree agricole si estendono anche sul lato nord-est del Monte Bastia.

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Secondo il Piano di Indirizzo Forestale (PIF) la Valle di Giongo “è interamente boscata, con il versante sud caratterizzato da orno-ostrieti, querceti di roverella e castagneti, mentre sotto le cascine di Rua prevalgono i querceti e i querco-carpineti. Il fondovalle è costituito da un aceri-frassineto con un’elevata presenza di carpino bianco. Sul versante nord la specie prevalente è il castagno, con il frassino maggiore e l’acero di monte negli impluvi; il robinieto e l’orno-ostrieto prevalgono sui crinali e in prossimità di Bruntino. Infine è presente un aceri-tiglieto piuttosto esteso sul monte Giacoma[3].

La parte più occidentale della Valle di Giongo ricade in territorio di Sorisole, quella occidentale è spartita all’incirca a metà tra Villa d’Almè e Sedrina.

Il PIF quantifica in 2.422,76 ettari la superficie boscata presente nel Parco, pari al 51,9% della superficie totale. I comuni con il più alto indice di boscosità, in riferimento alla sola porzione interna al Parco dei Colli, sono Ponteranica, col 66,9% (il dato coincide con la totalità, essendo l’intero territorio comunale ricompreso nel Parco), seguito da Torre Boldone (66,0%), Sorisole (59,9%; anche in questo caso il dato coincide con la totalità) e Villa d’Almè (59,6%). Dunque i soprassuoli della Valle di Giongo contribuiscono alla “dote boschiva” di due dei grandi comuni del Parco, Sorisole e Villa d’Almè.

Stefano D’Adda

[1] Tiraboschi Antonio, 1867. Vocabolario dei dialetti bergamaschi antichi e moderni. Tipografia dei Fratelli Bolis, Bergamo.

[2] www.treccani.it/vocabolario.

[3] Gallinaro Nicola, 2014. Piano di Indirizzo Forestale del Parco dei Colli di Bergamo. Relazione. Parco dei Colli di Bergamo, p. 52.

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